Viene indicato dal collaboratore di giustizia Umberto D’Amico come un pezzo da novanta del narcotraffico di Napoli est. E invece, a dispetto delle dichiarazioni di ‘o lion e delle accuse mosse contro di lui dalla Procura di Napoli, Pasquale Urio è stato scarcerato. Il gip Baldassarre del tribunale di Napoli ha infatti concesso all’uomo i domiciliari accogliendo in toto l’istanza presentata dai legali di Urio, gli avvocati Leopoldo Perone e Mauro Zollo, che sono riusciti a strappare un ottimo risultato per il loro assistito.
Urio è considerato un pezzo da novanta del clan D’Amico, quello soprannominato dei ‘Gennarella’, storica ‘costola’ del clan Mazzarella fazione San Giovanni a Teduccio. Il ras, soprannominato ‘o nano, fu arrestato nel blitz del febbraio scorso. Secondo l’accusa il suo ruolo emergerebbe dalle dichiarazioni di Umberto D’Amico che in un interrogatorio del luglio 2019 ha parlato della piazza di spaccio gestita Da Urio. Dichiarazioni correlate anche ad alcune conversazioni intercettate dopo l’arresto di Urio del 27 aprile del 2019. Dunque la cattura del presunto capo-piazza avrebbe preoccupato l’ex ras dei D’Amico a fronte del mancato incasso della tangente.
“HANNO ARRESTATO AL NANO”
Secondo l’intercettazione, datata luglio 2019, ‘o lione avrebbe confermato il pagamento dei 150 euro settimanali da parte di Urio al clan in cambio del permesso di gestire la piazza situata vicino ad una parrocchia. Proprio la localizzazione sarebbe stata confermata da ‘o nano durante in una conversazione con un cliente in attesa: “Dove sta il tabaccaio, mettiti dove sta la chiesa, nel vicoletto“. Secondo i magistrati la base era al centro dello scontro camorristico tra i D’Amico-Mazzarella e il clan Reale-Rinaldi.