“Il Comune di Casoria sarà presente in tribunale nel processo per l’omicidio di Santo Romano: vogliamo che sia fatta giustizia per un nostro figlio”.
Così il sindaco di Casoria Raffaele Bene ha annunciato che il Comune si costituirà parte civile nel processo che, una volta chiuse le indagini, si aprirà per la morte di Santo Romano, il 19enne ucciso nella notte tra venerdì e sabato a San Sebastiano al Vesuvio dopo aver provato a far da paciere in una lite nata per futili motivi. Una scelta emersa a margine del Comitato per l’Ordine Pubblico e la Sicurezza, tenutosi a San Sebastiano domenica sera, e convocato nell’immediatezza dei fatti dal Prefetto Michele Di Bari.
“Lo Stato, nella persona del Prefetto, ha fornito una risposta immediata ad una tragedia così sconvolgente. Un’altra risposta forte, che come Comune abbiamo condiviso con San Sebastiano e col sindaco Panico, è quella, come Ente, di costituirci parte civile nel processo contro i responsabili della morte di Santo. Lo dobbiamo alla sua figura di ragazzo perbene ed alla sua famiglia, ma anche a tutti i giovani come lui che hanno il diritto di salvarsi nella terra dove sono nati. Questa generazione va salvata da questa folle violenza prima che sia troppo tardi” ha concluso il sindaco Bene, partecipando alla fiaccolata che si è tenuta domenica sera a San Sebastiano per ricordare Santo Romano.
Una folla commossa a San Sebastiano al Vesuvio per Santo Romano
C’erano tantissime persone a ricordare Santo Romano, il 19enne incensurato ucciso nella notte tra venerdi e sabato in piazza Capasso davanti al Municipio di San Sebastiano al Vesuvio. Tanti amici, la squadra di calcio Micri nella quale giocava come portiere.
Tra i partecipanti anche i genitori di Francesco Pio Maimone, 18 anni, ucciso la notte del 20 marzo 2023 tra gli Chalet di Mergellina. Lacrime e striscioni per chiedere giustizia per il giovane. In piazza anche i familiari di Santo.
Ieri la sua squadra di calcio, il Micri, che milita nell’Eccellenza in Campania, non ha giocato in segno di lutto. Per gli imquirenti potrebbe non essere l’unico responsabile della rissa sfociata in sparatoria nella quale ha perso la vita Santo Romano, il ragazzo di 19 anni deceduto a causa delle gravissime ferite riportate dopo essere stato raggiunto al petto da un colpo di arma da fuoco mentre, con un gruppo di amici, era a San Sebastiano al Vesuvio (Napoli).
Le ammissioni del 17enne
Ma nel frattempo il 17enne, in stato di fermo dalla serata di ieri, ha fatto le prime, sostanziali ammissioni.
Una confessione resa al giudice della Procura per i minori che l’ha ascoltato dopo che era stato prelevato dai carabinieri della compagnia di Torre del Greco nei pressi della sua abitazione, nel quartiere napoletano di Barra.
Ma i militari continuano ad indagare per cercare di risalire all’identità dei giovani e giovanissimi protagonisti della rissa nata per un pestata e una conseguente scarpa “sporcata”. “In serata, intervistato dal Tg1 parla il padre del 17enne: “Mi dispiace molto per questa famiglia perchè non doveva capitare proprio questa cosa. Chiedo tanto scusa, tanto perdono per quello che è successo”. L’avvocato Luca Raviele, legale del giovane, allo stesso Tg, ha spiegato che il 17enne “ha ammesso di aver sparato però per essersi difeso a seguito di una aggressione da parte di un gruppo di 4 -5 ragazzi. Ha delle problematiche di carattere psichiatrico, psicologico accertate dal Tribunale per i minorenni”.