Un mestiere storico, che negli ultimi anni non è sparito ma anzi è tornato in auge mantenendo forte una tradizione plurisecolare. A Napoli esiste e persiste “l’acquafrescaio’‘, colui il quale prepara bevande gustose e appunto fresche, a partire dalla limonata, preparata con acqua minerale e spremuta di limone, spesso servita con il bicarbonato che sgorga dal bicchiere costringendo il cliente ad aprire le gambe per gustarsi la famosa “limonata a cosce aperte”.
Di chioschetti in città o nelle zone periferiche non ne sono rimaste poi tantissime, ma quelle ancora attiva sono un ponte tra la città del passato e quella attuale. L’amore delle migliaia di turisti e anche dei napoletani è incondizionato, quasi romantico.
La paternità della “limonata a cosce aperte”
Il piccolo tour degli acquafrescai, o anche acquaiuoli come altrimenti definiti, di InterNapoli.it parte da via Chiaia, strada del salotto buono cittadino, dove dal 1902 esiste il chioschetto “Oasi di Chiaia” a pochi passi dal teatro Sannazaro. Claudio Di Dato ci riceve con la maglia del Napoli, squadra di cui è un gran tifoso, ricordando che gli azzurri sono Campioni d’Italia. «La Limonata a cosce aperte? Sono stato io a ritirarla fuori, se oggi è conosciuta così la bevanda con dentro il bicarbonato è merito mio», afferma con orgoglio preparando aranciate, limonate e altri succhi con gli storici arnesi. Appoggiato al bancone pieno di limoni, melograni e altri frutti, le famose scritte: “Qui si limona” (gioco di parole che ricordano i baci e le effusioni) e, appunto, “Limonata a cosce aperte”. Mentre parliamo con Claudio sono tanti i turisti e napoletani che si fermano in via Chiaia per prendere un succo, una limonata per rinfrescarsi in questo periodo di caldo opprimente e insopportabile.
Il gestore, per assicurarsi che la sua rivendicazione non sia esagerata, chiede a due amici che transitano in zona. «Chi ha diffuso lo slogan “limonata a cosce aperte”?». Uno di loro, di nome Gigi, conferma: «Tu, Claudio». «Vedete? Ognuno oggi se ne prende la paternità, ma io sono quello che l’ha reso famoso. L’attività sfida i secoli, sfida le pandemie, le recessioni economiche. È un prodotto di nicchia, stiamo rimasti in pochi ma negli ultimi anni è stata tantissima rivalutata anche grazie alla “Limonata a cosce aperte’’ che ha dato lustro a questi chioschetti. Ciò – conclude Claudio – può fare altro che piacere, i turisti ne vanno matti. Prima a venire erano quelli che avevano la pesantezza di stomaco e volevano digerire. Ora vengono anche i bambini e la chiamano la limonata Vesuvio».
Ovviamente, visto che ogni periodo storico a delle pecularità, all’Oasi di Chiaia si può anche gustare uno spritz (costo 3 euro). D’altronde, la Napoli del boom turistico è anche questa.
L’acquafrescaio di piazza Trieste e Trento
In piazza Trieste e Trento, altra zona storica e nobile di Napoli, l’acquafrescaio è nato addirittura nel 1836 e frequentato da chi usciva dal Teatro San Carlo o si godeva la magia di via Toledo e piazza del Plebiscito. A cominciare l’attività fu la famiglia Fedele, poi passata alla famiglia Guerra (storici fruttivendoli). A portare avanti l’attività ci pensa anche Pietro Ventura, che scherza così: «Io non sto qui dal 1836, non esageriamo. La mia famiglia è qui da 95 anni, gestita prima da mia nonna e poi da mio padre. Continuiamo la tradizione, affinchè non si perda».
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Pietro è consapevole del fascino che l’attività dell’acquafrescaio può ancora oggi godere: «Qui in piazza Trieste e Trento vengono sia napoletani che turisti, siamo un riferimento di questa parte del centro storico. Non solo: siamo anche abitanti di questo territorio. Nei bar che ci sono nei dintorni ci lavorano persone che non risiedono qui, al contrario nostro. La limonata a cosce aperte, ovviamente, è il prodotto che va per la maggiore». L’acquafrescaio fa anche una richiesta al Comune di Napoli. «Noi vorremmo un riconoscimento per la nostra storicità. Ora noi siamo una srl per motivi fiscali, ma siamo comunque un’attività storica. Spero che di questa cosa si tenga conto».
Il chiosco di Don Alfredo
Inaugurato nel 1946, il chiosco di Don Alfredo di piazza Dante resta uno degli acquafrescai più rinomati e ricercati dai turisti e dai napoletani. Da una decina d’anni a gestirlo è la famiglia Porzio. “La limonata a cosce aperte resta la bevanda preferita” dice Andrea Porzio a InterNapoli, che continua il suo minitour tra gli acquafrescai di Napoli.