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mercoledì, Aprile 16, 2025
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Racket degli ormeggi, i Piccirillo negano le accuse:«Le boe erano nostre»

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Racket degli ormeggi a Mergellina, i Piccirillo rispondono al gip e negano le accuse contestategli. Si sono svolti nei giorni scorsi gli interrogatori di Rosario e Antonio Piccirillo arrestati due giorni fa per le accuse di tentata estorsione (leggi qui l’articolo) formalizzate a loro carico. Rosario ‘o biond, indicato come il capo dell’omonimo gruppo della Torretta,  è difeso dagli avvocati Domenico Dello Iacono e Fabio Segreti mentre Antonio è difeso dal solo avvocati Segreti. Piccirillo senior, nel corso dell’interrogatorio, ha spiegato al gip che le boe erano già sue in quanto acquistate da una società ma poi, a causa della lunga detenzione, le stesse sarebbero state vendute e acquistate da un’altra società a cui Piccirillo avrebbe preteso il recupero delle somme già versate. Motivazioni che però non hanno del tutto convinto il giudice che ha confermato le accuse a loro carico nonchè la detenzione per entrambi.

L’articolo precedente. Il tentativo di estorsione a Rita De Crescenzo

Da simbolo anticlan a emissario per conto del padre. Questa la parabola al contrario di Antonio Piccirillo, figlio di Rosario ‘o biond, storico referente dell’Alleanza di Secondigliano alla Torretta. Un’inchiesta per tentata estorsione che nasce dalla denuncia della tiktoker Rita De Crescenzo e da una frase che il rampollo avrebbe pronunciato, frase riportata nell’ordinanza di custodia cautelare (firmata dal gip Federica Colucci) che ha portato in carcere i due Piccirillo.”Quando andrai a fare la denuncia fai scrivere che siamo in due a volerti uccidere: io e mio padre”: questo quanto proferito da Piccirillo junior alla De Crescenzo e al marito Salvatore Bianco gestore per conto della ‘Marina San Pio’ di alcune boe per gli ormeggi nello specchio d’acqua di Mergellina antistante il consolato americano. Piccirillo, come ricostruito nelle indagini della squadra mobile, avrebbe preteso una parte di quegli ormeggi asserendo che quei posti spettavano di diritto alla sua famiglia. Nel corso di un incontro a casa della De Crescenzo Piccirillo avrebbe reiterato le sue richieste venendo cacciato dalla donna e dal marito che subito dopo si recavano in via Medina per sporgere denuncia. Poco prima di andare via il ragazzo, che anni prima aveva preso le distanza dal passato del padre assurgendo a simbolo anticamorra, avrebbe minacciato i due coniugi: “Quando andrai a fare la denuncia fai scrivere che siamo in due a volerti uccidere, io e mio padre”, facendo quindi riferimento dunque al padre che in diverse intercettazioni avrebbe fatto riferimento a questa volontà del figlio di impossessarsi dei molo dicendo :”Antonio ormai con sta storia ha preso una capata”.

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